«Come posso mangiare bene se guadagno SOLO 1000 euro al mese?». Questa è una domanda che sempre più spesso sento formulare da un numero crescente di persone. Ma perché la spesa per la nostra alimentazione grava così tanto sulle nostre tasche? La risposta è che l'umanità è molto più propensa a decidere sulla base dell'emotività invece che sulla razionalità. Questo è quanto scaturisce dai più attuali studi neuroscientifici, i quali hanno dimostrato che la mente umana non è in grado di comprendere i meccanismi che regolano i propri pensieri e le proprie azioni; l'individuo è infatti consapevole solo di una piccola percentuale di ciò che accade realmente durante un processo decisionale (per approfondire: L'illusione del libero arbitrio). Certamente questo aspetto ha ripercussioni sia negative che positive sulla vita di tutti i giorni. Le prime sono quelle con cui il settore del marketing va praticamente a nozze, perché ciò che un'azienda vuol vendere è innanzitutto un'emozione, e non un semplice prodotto. Ed è proprio questo aspetto che ci spinge a preferire una marca anziché un'altra. Se poi il prodotto in questione è di buona qualità o meno, ciò rappresenta un dato che passa in secondo piano; non si spiegherebbe, altrimenti, come facciano certe grandi aziende a fatturare ancora miliardi di euro l'anno, ottenendo anche discreti risultati in termini di crescita. L'emotività può essere presa di mira dalla pubblicità e raggirata affinché soddisfi le meschine richieste del mondo del marketing, ma può costituire innanzitutto la chiave di un'umanità che stiamo via via perdendo. Ma soprattutto, l'emotività è la chiave per la creatività. Una creatività che ci spinge, appunto, a creare, a trovare soluzioni alternative per risolvere questioni di varia natura. E se creiamo, significa che ragioniamo, cioè pensiamo, riflettiamo. In questa visione d'insieme si può quindi constatare quanto emotività e razionalità, in determinate condizioni, possano anche essere connesse tra loro, e quindi, in un certo senso, agire sinergicamente. In questo articolo si parla di alimentazione, pertanto diamo ora un'occhiata al video seguente, il quale mostra approssimativamente come viene "prodotto" parte del cibo che acquistiamo, e traiamone le conclusioni sotto l'aspetto emotivo. «Se i macelli avessero le pareti di vetro saremmo tutti vegetariani», diceva Lev Tolstoj, uno dei tanti che ha voluto vedere un po' oltre il proprio individualismo. Spesso, infatti, ci dimentichiamo di far parte di un pianeta in cui possiamo considerarci solo dei turisti di passaggio. Viviamo all'interno di ecosistemi che se non preserviamo non ci garantiranno la sopravvivenza. Preoccuparsi della propria salute non basta, perché la nostra salute è legata intrinsecamente a quella dell'ambiente in cui viviamo ed ad un equilibrio tra tutte le altre specie viventi. È elementare. La carne non fa male solo a noi, come ha decretato anche l'OMS non molto tempo fa, ma a tutto l'ambiente che ci circonda. Gli animali che mangiamo fanno parte di questo ambiente, il cui equilibrio è alterato in misura considerevole anche dalla produzione di carne. Spesso ci dimentichiamo, o addirittura nemmeno sappiamo, che ogni anno vengono macellati decine di miliardi di animali, senza contare le centinaia di tonnellate di pesce sottratte a mari sempre più simili a deserti d'acqua. Si produce carne a ritmi spasmodici e alla stregua di un qualsiasi oggetto, ma non si pensa che quella carne che macelliamo, processiamo e impacchettiamo, apparteneva in principio ad un essere senziente quanto noi. Al dilemma «fa male, o non fa male?», dovremmo pertanto chiederci anche «a chi?», oltre a noi s'intende, considerando che non siamo gli unici abitanti di questo pianeta. Uccidere gli altri animali è un atto di sfruttamento e violenza. Molte persone, inoltre, provano orrore per l'abitudine di altri popoli di mangiare cani o balene, ma questi animali non soffrono di più degli animali la cui carne è abitualmente consumata in Europa. La differenza sta solo nell'abitudine, non nella morale. «Spesso le persone sostengono che gli umani hanno sempre mangiato animali, come se questo giustificasse la continuazione della pratica.» - sentenziò il premio nobel per la letteratura Isaac B. Singer - «Secondo questa logica, non dovremmo neppure impedire l'omicidio, perché anch'esso è sempre stato praticato dall'inizio dei tempi». Forse più che denaro, avremmo bisogno di più sensibilità. Corriamo e corriamo con l'unico obiettivo di crescere economicamente. Sembra che la sola cosa in cui riusciamo ad immedesimarci non sia altro che il denaro che accumuliamo. Ma noi non siamo il nostro denaro; noi siamo noi. Ci si lamenta che uno stipendio mensile di 1000 euro non basti per permetterci un'alimentazione di qualità, ma sempre più spesso non ci si domanda il perché essi non siano sufficienti. Potrà sembrare paradossale per molti, ma se scegliessimo con più cura e consapevolezza ciò che ci serve per vivere, anche il nostro portafoglio smetterebbe di piangere. Vediamo ora di fare due conti sul piano pratico. Ebbene, premetto che PER MANGIARE MI BASTANO MENO DI 3 EURO AL GIORNO. Una volta mi sono domandato «quanto spendo ogni mese per il cibo?». È trascorso un mese ed è giunta l'ora di tirare le somme. Secondo le stime attuali la spesa media quotidiana degli italiani si aggira intorno ai 7 euro a persona, per un totale di 210 euro al mese. Premetto che sono vegetariano e ciò che mangio va comunque ben oltre l'insalata e le bacche di cui molti pensano che un vegetariano si nutra. Anzi, in realtà la dieta vegetariana è molto più varia di quanto si pensi. Ve ne è una manciata di esempi (oltre 140 ricette) nel mio ultimo libro "A tavola con Ippocrate", il quale, ricordo, è scaricabile gratuitamente. Ma torniamo ai conti! Preciso innanzitutto che condivido un piccolo appartamento con la mia ragazza, un'ottima cuoca con cui mi lancio volentieri in piacevoli "sfide" culinarie. Questo mese la nostra spesa è stata di 161,80 euro (comprese cene con amici, eventuali uscite - poche - e pranzi al sacco), vale a dire circa 2,70 EURO AL GIORNO A TESTA. A questo conto è quantomeno doveroso aggiungere anche il costo di luce (per forno e frullatore) e gas (per i fornelli), che complessivamente si aggira intorno ai 0,35 euro al giorno, cioè circa 0,18 EURO A TESTA. QUINDI LA SPESA INDIVIDUALE TOTALE AMMONTA A 2,88 EURO AL GIORNO, per un totale di 86,40 EURO AL MESE, ovvero QUASI IL 60% IN MENO della media nazionale. (E, ad essere sinceri, questo mese ci siamo concessi anche qualche sfizio in più del solito) Non male, considerando che oltre al risparmio immediato vi è anche un guadagno sul lungo termine, vale a dire sulla salute, oltre che un risparmio sulle medicine. Il sottoscritto, infatti, ha sofferto per quasi 10 anni di colite spastica, un'infiammazione intestinale a dir poco debilitante, che non auguro a nessuno e da cui mi sono completamente liberato con il semplice mangiar sano; ora non ho nemmeno più bisogno della più blanda enterogermina. Ma non è tutto. Il sottoscritto ha sofferto per anni anche di gastrite cronica e non sono mancati eventi di ulcera gastrica (sì, le ho tutte io!...anzi, le avevo), i quali si sono risolti con un'alimentazione corretta ed un'idratazione adeguata - a questo proposito puoi leggere l'articolo precedente: Acqua e salute: uno sguardo approfondito - . Insomma, il risparmio è TOTALE. E in fin dei conti, se si vuole risparmiare basta solo volerlo fare. Ed inoltre, non importa molto DOVE si compra, ma COSA si compra.
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AutoreOmar Tomaino (Torino, 1986), fotografo, studioso Gli articoli più letti
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